Intervista a: Guido Ruggeri.
Professione: ingegnere, presidente Associazione Guidiamoci.
Contenuti: WinGuido, accessibilità, innovazione, usabilità.
Prima di parlare del software WinGuido, iniziamo con due parole su di lei.
Sono laureato in Ingegneria Civile Trasporti, e attualmente, dopo varie vicissitudini, lavoro alla Italferr, società di ingegneria del gruppo delle Ferrovie dello Stato, e mi occupo di geotecnica e movimenti di terra relativamente alle nuove costruzioni ferroviarie. Prima di passare a questo incarico, più appropriato al mio titolo di studio, per diversi anni ho lavorato nel settore dello sviluppo dei software aziendali, e lì ho maturato le esperienze e le conoscenze che mi hanno consentito di realizzare WinGuido. Tra i miei interessi fondamentali annovero l’escursionismo, il turismo, la musica, l’ingegneria… Non vi includo l’informatica, che per me rappresenta solo un mezzo di lavoro e uno strumento per raggiungere dei risultati, ma non me ne ritengo un appassionato.
Mi racconti di WinGuido, com’è nato?
L’antenato di WinGuido era un programma funzionante nel sistema operativo MS-DOS, a cui, non sapendo come altro chiamarlo, diedi provvisoriamente il mio nome, Guido. E il provvisorio, si sa, finisce per rimanere e diventare definitivo.
La prima bozza del programma Guido nacque nel novembre 1992, come mia reazione, emotiva ed istintiva, ad un evento ben preciso: la mia compagna di allora, a cui ero molto legato, aveva perso la vista. Proprio nel momento in cui, conclusi gli esami universitari, si trovava a dover affrontare la scrittura della tesi di laurea. Tentammo di usare i programmi che allora c’erano a disposizione, ma pensai che forse avremmo ottenuto risultati migliori se qualche programma, appositamente concepito, glielo avessi scritto io. E così, pur senza avere ancora le idee chiare su cosa volevo fare e dove volevo arrivare, nacque il programma Guido. Quando ci si trova in quelle circostanze, diventa naturale fare conoscenza anche con altri non vedenti e con le loro famiglie, confrontarsi con loro e scambiarsi idee ed esperienze. Così la notizia che stavo scrivendo quel programma cominciò a trapelare. Ci fu chi non diede importanza alla cosa, chi mi disse che stavo solo perdendo tempo. Ma presto arrivò anche chi mi disse: “Interessante. Non potresti darlo anche a me?”.
Insomma, nel giro di qualche anno nacque una cerchia di una decina di persone che avevano il programma Guido, e a cui, di tanto in tanto, mandavo i dischetti con il programma aggiornato. Nel frattempo, arriva l’anno 1997 in cui risultò evidente, anche a chi, come me, sperava diversamente, che il sistema operativo MS-DOS non avrebbe avuto un futuro. Mentre nel sistema che ne stava prendendo il posto, cioè Microsoft Windows, non esistevano ancora software che permettessero ai non vedenti di usufruirne. Jaws non c’era ancora, e l’unico screen reader per Windows a cui si accennava era Outspoken, che allora appariva rudimentale e limitato.
La scelta era: o rimanere confinati nel vecchio mondo di MS-DOS, oppure tentare la non facile avventura di riscrivere il programma Guido nell’ambiente Windows. Un ambiente che allora mi si presentava ostico e non adatto ad una tale realizzazione. Scelsi di tentare. Per alcuni anni continuai a perfezionare il vecchio programma Guido, ma nello stesso tempo a studiare lo sviluppo di un nuovo programma per Windows. E così nacque WinGuido.
Nel novembre del 1999 realizzai il primo sito Internet dedicato a Winguido, allo scopo di rendere automatico il meccanismo di aggiornamento del programma per le persone che lo usavano, che allora non erano più di qualche decina.
Volevo, in parole povere, semplicemente evitare di dover mandare dischetti di qua e di là ogni volta che aggiornavo il programma. Non avrei immaginato quello che sarebbe successo: che attraverso Internet il programma si sarebbe fatto conoscere e si sarebbe diffuso a dismisura…
Quali sono state le tappe principali dello sviluppo?
La storia di WinGuido, dall’anno 2000 in poi, è tuttora leggibile nel sito stesso del programma, dove è presente una sezione con le “Ultime notizie”. Alcuni momenti decisivi sono stati quelli che hanno portato il programma ad uscire dal suo isolamento iniziale e a trasformarsi, da semplice mezzo per scrivere e leggere testi e dati personali, in uno strumento di accesso verso importanti servizi gestiti da altri. A questo proposito è stato decisivo l’aver conosciuto il Professor Ezio Galiano e i suoi familiari, con cui ho stabilito un rapporto di collaborazione e di amicizia. Da ciò è scaturita la possibilità di leggere, per mezzo di WinGuido, libri e giornali messi a disposizione dalla Fondazione che porta il nome del Professor Galiano.
Altrettanto utile è stato l’aver allacciato rapporti con l’Istituto Francesco Cavazza, e altre entità varie: il Centro Intermedia di Cava de’Tirreni, l’Associazione Disabili Visivi.
Altri momenti significativi risalgono a tempi più recenti, in cui finalmente si sono stabiliti dei contatti con i gestori di utili servizi: la SEAT per l’elenco telefonico e le Pagine Gialle, Trenitalia per l’orario ferroviario, la Rai per il Televideo.
Ciò mi ha consentito di integrare in WinGuido questi servizi.
E per il futuro?
Spero di poter aggiungere altri servizi analoghi, ma lo farò soltanto a condizioni ben precise: che vengano prima avviati gli opportuni rapporti con chi li gestisce. Questo è un compito che delego ai disabili visivi utilizzatori del programma e in particolare alle associazioni che li rappresentano.
Scendendo nel merito del software, quali sono, da programmatore, le maggiori limitazioni?
Il programma è stato scritto originariamente con Visual Basic 4, cercando di recuperare parte del codice precedentemente scritto per MS-DOS, e successivamente trasportato in Visual Basic 5. Anni di implementazioni, cambiamenti, ripensamenti, spesso svolti più improvvisando in base alle esigenze del momento e alle richieste estemporanee degli utenti, piuttosto che seguendo un progetto ben preciso, hanno reso il codice sorgente caotico, illogico e di difficile manutenzione. Inoltre il continuare a sviluppare con Visual Basic 5, linguaggio risalente al lontano 1996, rende il programma inadeguato alle esigenze attuali e ai più recenti sistemi operativi. La soluzione migliore sarebbe, arrivati a questo punto, riscrivere il programma in un ambiente di sviluppo al passo coi tempi, che potrebbe essere Visual Basic 2005, basato sulla piattaforma NET FrameWork.
E, riscrivendolo, riconcepirlo in modo più razionale e ottimizzato.
Questo costante sviluppo del software e la gestione del sito rappresentano, però, compiti impegnativi. So, per esempio, che sono stati anche svolti corsi sull’utilizzo del programma (uno dei quali dal filosofo A. Conti presso l’università di Lecce)… Si occupa di tutto questo autonomamente?
I miei collaboratori più assidui sono le persone che sono state indicate nella pagina “ringraziamenti” del sito di WinGuido, tra i quali compare appunto l’amico Alessio Conti. Un’altra persona che merita una menzione particolare è Anna Piccoli, non solo per il servizio di ricette di cucina che gestisce all’interno di WinGuido ma anche per l’attività di progettazione e collaudo di diverse funzionalità presenti nel programma.
Sono ancora da citare Domenico Badenchini, per l’utile servizio sulla farmacia, e il giovane Alessandro Brancaleoni, per il servizio di consulenza sugli animali domestici. Una valida collaborazione proviene inoltre da Andrea Santoro e da Antonio De Angelis, coordinatori delle liste di discussione dedicate a WinGuido.
A questo proposito… Sul sito di Winguido spiega chiaramente che, fornendo il tutto in maniera gratuita e volontaria a scapito del suo tempo libero, non è possibile dare garanzia di futuro sviluppo, né di supporto agli utenti, né di stabilità del software. Come vedrebbe la formazione di un team di sviluppatori che la aiutasse volontariamente nello sviluppo e nei test?
La vedrei negativamente. Ho già il mio giro personale di collaboratori e conoscenti a cui chiedere consiglio e aiuto, ma qualsiasi tentativo svolto in passato di allargarne la cerchia non ha dato alcun risultato. Formare, gestire e coordinare un gruppo di sviluppatori rischia di richiedere ancora più tempo ed energie di quanto io mi possa permettere, e non dà alcuna garanzia che ne valga la pena. Il guaio con gli sviluppatori è che spesso ognuno vede la cosa in modo diverso e vuole seguire le proprie idee. Atteggiamenti di questo tipo rischiano più di gettare scompiglio e creare confusione, piuttosto che dare un reale contributo. D’altronde, si tratterebbe di entrare in una logica di sviluppo open source, cioè di tecniche di lavoro di gruppo via Internet di cui però io non ho conoscenza ed esperienza. Sono uno sviluppatore della vecchia generazione e continuo a lavorare all’antica. Senza una adeguata formazione, mi riuscirebbe difficile adattarmi a qualcosa di diverso.
Torniamo a WinGuido. Il programma ha varie funzioni che sfruttano una connessione alla rete e, solitamente, archiviano i dati acquisiti in database Access. Come ottiene, ad esempio, i dati per l’orario ferroviario e per l’elenco telefonico?
Nel caso dell’elenco telefonico e degli altri servizi della SEAT, dopo ad un recente incontro che ho avuto con i loro gestori, utilizzo direttamente alcuni webservice sotto forma di listati XML. Estraggo i dati da quei listati, li elaboro e li ripropongo agli utenti nella forma più opportuna per la loro consultazione. E’ questa la soluzione ottimale, da cercare di seguire per il futuro.
Dove ciò non risulta possibile, perché non ci sono webservice in XML, oppure perché non ci sono stati gli opportuni accordi con i gestori, non rimane che estrarre i dati dalle pagine web, le stesse cioè che chiunque può consultare anche con Internet Explorer. Questa è però una soluzione di ripiego, più difficile da realizzare, che ha il difetto di correre il rischio di non funzionare più ogni volta che l’impostazione di quelle pagine web viene modificata. Richiede quindi una costante attenzione e manutenzione.
A quali soggetti è rivolto principalmente WinGuido?
Ai disabili visivi che si propongono, senza necessariamente approfondire la conoscenza del sistema operativo Microsoft Windows, di arrivare rapidamente a dei risultati concreti: poter scrivere o leggere dei testi, usufruire di alcuni servizi su Internet, usare la posta elettronica, e altro ancora fino a coprire le esigenze di più avvertita necessità.
Non è rivolto a coloro che vogliono invece usare il computer nella sua completezza, interagendo con il sistema operativo.
L’accessibilità e l’usabilità sono punti cardine del futuro tecnologico e non coinvolgono i soli disabili, ma ogni tipo di utente. In questi ambiti WinGuido è probabilmente uno dei precursori dei computer del futuro, che dovranno avere poche funzioni semplici da utilizzare (alla stregua di un elettrodomestico). Cosa ne pensa?
Più che un precursore del futuro, in realtà mi ero sempre sentito come un nostalgico del passato. Infatti io cerco di prendere il sistema Microsoft Windows e di ricondurlo ad una logica più simile a quella dei precedenti sistemi operativi, quali MS-DOS. Quei sistemi rispondevano già, almeno nel modo di gestire lo schermo, a dei requisiti di essenzialità, semplicità e, soprattutto, di sequenzialità. Per sequenzialità, intendo: far fare all’utente una operazione alla volta, a conclusione della quale si passa a quella successiva. L’utente disabile visivo ha bisogno proprio di questo. Per lui, trovarsi davanti a una miriade di icone, pulsanti, link e menù significa soltanto confusione, smarrimento e perdita del controllo su ciò che sta facendo.
Infatti il programma è innanzitutto semplice da usare: pochi passaggi, intuiti, ergonomici. WinGuido potrebbe rappresentare forse l’unica opportunità per persone anziane, o con deficit mentali, di avvicinarsi al mondo del computer e del web. Come giudica questa prospettiva?
E’ qualcosa che non mi ero riproposto, perché, come ho detto, il mio scopo originale era quello di aiutare una sola persona, la mia ex compagna rimasta cieca. Poi, strada facendo, ho constatato che, senza saperlo, avevo centrato altri obiettivi importanti: dare la possibilità di usare il computer a persone che, altrimenti, avrebbero finito col rinunciare a farlo.
A volte mi sembra difficile capacitarmi di essere stato proprio io a farlo.
Questa prospettiva, da una parte mi riempie di orgoglio. Da un’altra parte mi preoccupa e mi lascia incredulo.
E’ vero che in tutti questi anni il rapporto con i non vedenti e con i loro problemi mi ha indotto a tirare fuori qualità che non sapevo di avere, e in molte occasioni mi sono saputo improvvisare psicologo, insegnante, assistente sociale. Ma rimane il fatto che io sono un ingegnere che si occupa di movimenti di terra nelle costruzioni ferroviarie. Pensare che l’unica opportunità per alcune persone di avvicinarsi al mondo dell’informatica debba dipendere da me, mi appare difficile da credere e da capire.
Ma evidentemente, è proprio così che va il mondo.