Epilessia e spot. Eh già. Siamo nel 2015, nel 2016. Ne parlano da una quindicina d’anni anche i quotidiani, che non sono esattamente fonti scientifiche primarie. Eppure ci sono spot che ancora oggi non ne tengono conto. L’ultimo è quello Missoni.
In fondo non è complesso da capire, anche per chi non ha una formazione specifica: luci intermittenti particolarmente intense posso causare nausea, disagio e crisi epilettiche. Si chiama epilessia fotosensibile, non è frequentissima, ma è nota.
Le frequenze tra 3-30 hertz possono causare attacchi epilettici, ma anche frequenze di 60 hertz o quelle inferiori a 3 hertz possono scatenare convulsioni. I grafici e creativi della Missoni forse non lo sanno. Chi controlla gli spot prima dell’approvazione alla messa in onda, nemmeno.
Infatti da qualche tempo circola indisturbato sulle principali reti italiane uno spot Missoni nel quale una modella è tempestata da luci bianche, estramente contrastanti (bianco su nero) e fortemente intermittenti, con scrisce e barre. Esattamente ciò che scatena gli attacchi nell’epilessia fotosensibile: tutti gli elementi, nessun escluso. Manco a farlo apposta.
Se qualche persona soggetta a epilessia finirà per avere convulsioni mentre guarda la pubblicità tra un cartone animato e l’altro, ne parli coi creativi Missoni, forse potranno aiutarlo a stare peggio.
LS